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di Marco Mari
9 Marzo 2022

Next Generation Valdagno: come il PNRR ci spinge verso una città giovane, verde ed innovativa.

Il PNRR, oltre alla sua dotazione finanziaria, offre al Paese una chiara visione per il perseguimento di uno sviluppo economico e sociale. Per questa ragione una sua lettura critica e contestualizzata può aiutare cittadini ed amministratori locali a pensare alle città del domani.

Veduta notturna di Valdagno e del Veneto dal Rifugio Gingerino, Recoaro Mille - Credits: Giorgio Peripoli, Shutterstock

Con una dotazione di 222,1 miliardi di euro1, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sta definendo attraverso i suoi criteri di investimento l’Italia che verrà.

Il PNRR si pone l’ambizioso ma necessario obiettivo di riparare i danni causati dalla pandemia attraverso la risoluzione delle questioni più problematiche del nostro Paese, richiamando tutti gli attori interessati ad accedere agli investimenti ad abbracciare una visione di un Paese territorialmente più coeso e più aperto all’innovazione, all’ambiente ed al ruolo sociale dei giovani e delle donne.

Si capisce dunque come anche a livello locale, dopo anni di investimenti pubblici bloccati a causa del patto di stabilità, le città come Valdagno possono tornare a mettere in campo progetti che si integrano con questa visione, interpretando da protagonista le transizioni del nostro tempo e perseguendo una nuova crescita culturale ed economica sostenibile.

L’importanza di "nascere pronti"

La nostra comunità si trova perciò davanti ad uno di quegli appuntamenti con la Storia a cui è necessario trovarsi pronti e preparati, e su cui è auspicabile che presto il confronto tra le forze politiche e sociali della nostra città arrivi a misurarsi.

Il PNRR è infatti un piano veloce, che prevede l’impiego di tutte le sue risorse entro il 2026, e che pertanto sui territori premierà i Comuni che già prima della pandemia presentavano una forte capacità progettuale politica ed amministrativa.

Una conferma in questo senso arriva non solo dal Governo2, che ha stanziato fondi per nuove assunzioni negli enti locali e per concorsi di idee e progetti, ma anche dai primi esiti dei bandi in cui Bergamo, che nel 2014 istituì all’interno del proprio comune un ufficio per la progettazione europea3, si è già vista assegnare 346 milioni di euro4 per l’attuazione di progetti legati alla mobilità sostenibile, alla qualità dell’abitare nonché alla rigenerazione urbana5.

L’esperienza del Comune di Bergamo, che proprio dal 2014 è guidato dal Sindaco del Partito Democratico Giorgio Gori, rappresenta per Valdagno e per tutto il Veneto un riferimento estremamente interessante in quanto dimostra come ormai per la realizzazione di grandi progetti capaci di trasformare i territori la frequentazione delle capitali europee come Bruxelles e Strasburgo conti più di Venezia e Roma. Insomma, altro che “prima il Veneto”.

Oltre al PNRR infatti, l’ufficio per la progettazione europea del Comune di Bergamo si è aggiudicato in 7 anni fondi per un ammontare di 76 milioni e 200 mila euro, vincendo con i suoi progetti più del 50% dei bandi cui ha partecipato (49 su 90). Sempre dai dati forniti ufficialmente dal Comune di Bergamo, si evince come l’Unione Europea sia diventato il principale interlocutore finanziario della progettazione orobica considerato che dei 49 bandi vinti ben 30 sono europei, 2 internazionali e solo 17 non europei.

Tutto questo grazie ad una squadra di 7 persone, tutte donne, in un Comune poco più grande di Vicenza e che – neanche a dirlo – ha trovato nei fondi europei anche le risorse per pagarsi parte degli stipendi.

Per un municipio che sia la casa dei progetti

Affinché il nostro territorio possa raggiungere risultati simili, è quindi importante che le forze politiche, economiche e sociali – i cosiddetti stakeholders – della nostra città supportino il Comune ad espletare al meglio la propria funzione progettuale.

Il PNRR rappresenta l’occasione giusta, perché basandosi sui progetti impone ai territori di esprimere una visione del futuro e la indirizza con le sue sei missioni verso l’obiettivo di una nuova vitalità sociale, culturale ed economica.

Le sei missioni del PNRR toccano infatti gli ambiti in cui il nostro Paese, ed in parte anche la nostra Città, da tempo fatica ad esprimersi. Nel documento del PNRR, ogni missione è suddivisa in obiettivi, per alcuni dei quali si è deciso di andare a finanziare più corposamente progetti che erano già stati non solo presentati ma anche attivati prima della pandemia, mentre per altri si è aperta la possibilità di presentare nuove iniziative.

Rapportando dunque queste missioni a quanto Valdagno ha fatto, sta facendo e può fare è quindi possibile trarre un bilancio sui punti di forza e di debolezza del nostro presente, e sulle sfide del futuro.

Missione 1 – Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura e Turismo

La prima missione, coperta da circa 40 miliardi di finanziamenti, comprende diversi aspetti strategici per lo sviluppo dei comuni tra cui l’implementazione della banda ultralarga, la tutela e la valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale, il recupero dei borghi storici e lo sviluppo di nuove filiere economiche e produttive.
Banda Ultralarga

Con gli investimenti sulla banda ultralarga, per cui sono stati stanziati complessivamente 6,7 miliardi di euro, l’Italia mira a dotare di una connessione internet ad 1 Gigabit per secondo 8 milioni e mezzo di famiglie, imprese ed enti situati in zone remote dove per gli operatori telefonici, senza investimenti pubblici, risulterebbe antieconomico investire.

Realizzare questo obiettivo entro il 2026 consentirebbe alle zone più distanti dai centri urbani di dotarsi di un servizio essenziale per l’operatività delle persone e delle imprese, le quali in un’epoca di smart working e di un’economia sempre più basata sulla conoscenza, potrebbero decidere di ripopolare zone più remote ed integrate con la natura come ad esempio le contrade di Valdagno.

Le contrade connesse, grazie al PNRR sembrano dunque un obiettivo a portata ma molto dipenderà da come il nostro sistema di stakeholders citato prima è riuscito a lavorare in passato.

Gli investimenti legati a questo obiettivo rientrano infatti in quegli interventi mirati al rafforzamento di progettazioni già attive, considerato che il primo piano per la banda larga nel Paese è del 2015 e risale al decreto c.d. “Sblocca Italia” del Governo Renzi.

Da quell’anno, in più occasioni, il Ministero dello Sviluppo Economico attraverso la sua società in-house Infratel ha gestito delle attività di consultazione sia con gli operatori telefonici, per verificare sino a dove avrebbero operato di propria sponte la copertura della rete, che con i Comuni, le Province ed i singoli cittadini per portare alla luce i singoli numeri civici esclusi dalle strategie di investimento private. L’ultima di queste consultazioni aperte al pubblico è avvenuta la scorsa estate, precisamente dal 6 Agosto al 15 Settembre 20216.

Al momento, consultando sia il sito della società Open Fiber7 (vincitrice di tutti gli appalti per la realizzazione della banda pubblica ultralarga) che quello del Ministero dello Sviluppo Economico8 risulta a Valdagno un solo cantiere programmato, che prevede la realizzazione di una linea in fibra ottica di 6,6 km a partire dalla Zona Industriale e che toccherà le zone della Piana, Cerealto, Urbani di Sopra, Castelvecchio, Biceghi, Maso e Pieri.

Non si rilevano progetti sul versante ad est della valle, e di tutte le Scuole risultano già connesse alla banda ultralarga solo l’IPSIA, l’Istituto Tecnico Commerciale Luzzatti, e l’Istituto Tecnico Industriale Marzotto.

Il cantiere della banda ultralarga attualmente in corso tra la Zona Industriale e Castelvecchio - Fonte MISE
Tutela e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale

Così come già accennato nel precedente articolo sul fallimento di Aree Urbane, il PNRR prevede circa 600 milioni di euro per il recupero del patrimonio edilizio rurale.

Per questo obiettivo, che ricade sotto la regia del Ministero dei Beni Culturali, stando agli ultimi aggiornamenti disponibili sia sul sito dell’ANCI9 che del Governo non si conoscono ancora i dettagli del bando, ma è già noto che saranno i privati a doversi fare avanti con il proprio progetto e richiesta di investimento e che i Comuni e le Regioni stanno attualmente lavorando con il Ministero per la definizione dei criteri di assegnamento per poi svolgere un ruolo di erogazione delle risorse e del monitoraggio dell’attuazione.

Questa linea di intervento potrebbe favorire i soggetti proprietari di immobili storici nelle contrade di Valdagno a sviluppare dei progetti di rilevanza culturale ed economica, e che magari potrebbero inserirsi in un più grande piano per le aree rurali del Comune. Insomma, un’opportunità non solo da monitorare, ma in qualche modo anche da preparare.

Piano Nazionale dei Borghi

Di questo filone la nostra valle ha sentito già parlare, grazie alla bella notizia arrivata da Recoaro che è entrata a far parte delle 10 località finaliste per l’assegnazione di ben 20 milioni di euro destinati a ciascuno dei progetti pilota individuati dalle Regioni.

Il bando, che complessivamente prevede investimenti per 1 miliardo di euro, è in realtà suddiviso in due linee di intervento di cui la prima, quella per cui il centro storico di Recoaro è interessato, dedicata a destinare 20 milioni di euro a Comuni che al loro interno presentano un borgo storico “caratterizzato da un avanzato processo di spopolamento, a rischio di abbandono o abbandonato”10 e per il quale “sia in fase di realizzazione o previsto un progetto complessivo di recupero e rigenerazione”. Una descrizione in cui, non ce ne vogliano gli amici di Recoaro, sarebbe potuta entrare anche qualche contrada storica di Valdagno, come ad esempio Castelvecchio, considerato che la sua rivitalizzazione può essere favorita anche dall’arrivo della banda ultralarga.

Ad ogni modo, in un’ottica di sviluppo territoriale integrata, c’è da augurarsi che nelle prossime fasi di questa selezione e si spera attuazione Valdagno possa offrire tutto il supporto possibile alla comunità di Recoaro Terme, in quanto l’avverarsi di un tale progetto possa potrebbe rappresentare uno straordinario punto di svolta per l’intera valle.

Politiche Industriali di Filiera

Il PNRR può rappresentare l’occasione per Valdagno di rinnovare la propria vocazione industriale e per ridefinire il proprio ruolo nella geografia economica internazionale dentro un contesto economico in piena rivoluzione per fattori legati non solo all’emergenza pandemica, ma anche all’innovazione tecnologica e le crisi geopolitiche.

A questo fine può dunque aiutare l’accesso ai quasi 2 miliardi di euro previsti per il supporto all’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese italiane ed il sostegno alle filiere produttive. Questi fondi saranno erogati attraverso due linee di finanziamento complementari di cui la prima seguirà le classiche modalità di finanziamento alle imprese, mentre la seconda sarà erogata attraverso 40 contratti di sviluppo.

Il Contratto di Sviluppo, introdotto nel nostro ordinamento nel 2008 ed operativo dal 2011, è il principale strumento agevolativo del Ministero dello Sviluppo Economico per il sostegno a grandi investimenti produttivi strategici ed innovativi11.

Gestiti da Invitalia, questi contratti sono rivolti principalmente alle imprese italiane ed estere che decidono di investire nel nostro territorio per l’insediamento di attività nel settore industriale, agroalimentare, turistico e di tutela ambientale e possono prevedere, anche attraverso il cosiddetto Accordo di Sviluppo, il coinvolgimento di reti di imprese, delle Regioni in qualità di soggetti co-finanziatrici, di soggetti partecipanti a progetti di ricerca ed innovazione ed infine delle pubbliche amministrazioni che secondo questo schema garantiscono una riduzione dei tempi ed un maggiore coinvolgimento.

Per quanto sia evidente la centralità dell’iniziativa privata nonché la limitata competenza in seno ai Comuni, può giovare a Valdagno conoscere maggiormente questo tipo di strumenti integrando una visione industriale nella propria strategia di sviluppo del territorio.

Lo strumento del Contratto di Sviluppo, cui sono dedicati dal PNRR 750 milioni di euro, potrebbe rappresentare infatti un importante tassello all’interno di una strategia comunale per l’attrazione di nuovi operatori economici nel territorio, considerata anche la recente apertura a selezionate attività di soggetti terzi negli stabilimenti non utilizzati della Marzotto12 e la necessità di riaprire il confronto sul posizionamento strategico del nostro Comune.

L’inclusione di Valdagno nell’Alto Vicentino, promossa dalla Fondazione Festari ed oggetto in passato di analisi da parte di grandi studiosi come Lorenzo Bernardi e Ilvo Diamanti13, rappresenta ancora un’unione incompiuta, considerati ad esempio gli esiti della recente riformulazione delle aziende sanitarie (dove Valdagno è rientrata nell’area berica, mentre Schio e Thiene si sono integrate con Bassano), le scelte compiute in materia di integrazione dei servizi di pubblica sicurezza (con i comuni della Valle dell’Agno) o per la gestione dei rifiuti (all’interno dell’area dell’Ovest Vicentino), nonché vista la completa assenza di aziende valdagnesi nel distretto meccanico dell’Alto Vicentino14.

Nei prossimi mesi, il completamento della superstrada pedemontana e l’apertura della nuova stazione ferroviaria per l’alta velocità alla Fiera di Vicenza, offriranno a Valdagno l’occasione di tornare a decidere secondo quale direttrice continuare la ricerca di sinergie territoriali: ancora verso est, con un orizzonte economico che proprio grazie alla pedemontana renderà più facili gli scambi non solo con Schio e Thiene ma con tutti i comuni fino a Treviso, oppure tornando verso sud, investendo nel processo di avvicinamento dei 6 comuni della Valle dell’Agno e ricercando attraverso la prossimità con le città capoluogo di Vicenza e Verona ed i loro servizi (Ferrovie, Aeroporto ed Università) una vocazione più europea ed internazionale.

Missione 2 – Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica

Ben 60 miliardi di euro, pari a circa il 30% delle risorse complessivamente stanziate, sono dedicati dal PNRR alla cosiddetta rivoluzione verde ed alla transizione ecologica.

Anche in questa missione lo spettro delle azioni è molto ampio e vede coinvolte le competenze dei Comuni sia direttamente, come ad esempio nel caso di progetti per la costituzione delle cosiddette comunità energetiche o degli investimenti per la riduzione del rischio idrogeologico, che indirettamente attraverso il ruolo delle società di servizi per l’ammodernamento degli impianti di gestione dei rifiuti o della presenza nei propri territori di imprese manifatturiere capaci di interpretare la cosiddetta economia circolare.

Comunità Energetiche

Sebbene i fondi stanziati dal PNRR per l’instaurazione delle comunità energetiche riguardino solo i comuni con meno di 5.000 abitanti, la loro formazione può rappresentare anche per realtà più grandi come Valdagno un esempio da replicare con altri mezzi – considerate anche più ampiamente le tendenze macroeconomiche in materia di approvvigionamento energetico.

Si considerano infatti comunità energetiche “le coalizioni organizzate di utenti che collaborano tra loro per produrre, consumare e gestire energia pulita attraverso uno o più impianti locali.”15

Si prevede infatti che, grazie alla transizione ecologica, ci saranno in Europa entro il 2050 264 milioni di cittadini ed imprese “prosumer” – ovvero utenti che riusciranno attraverso i propri impianti a generare più energia rispetto a quella utilizzata, e portando di fatto anche in campo energetico i cosiddetti fenomeni di sharing economy che negli ultimi anni hanno già rivoluzionato altri settori industriali.

Se dunque già a livello di quartieri e condomini si sta già introducendo un confronto per la definizione di piccole sinergie energetiche, anche i comuni come Valdagno potrebbero introdurre nella propria visione la definizione di una politica energetica progettando delle strategie locali ed intercettando in collaborazione con le imprese del territorio i nuovi bandi ed opportunità che probabilmente continueranno ad emergere anche oltre il PNRR.

La gestione dei rifiuti per un’economia circolare

Circa 2 miliardi di euro sono destinati all’ammodernamento degli impianti esistenti per la gestione dei rifiuti e per la nascita di progetti “faro” sull’economia circolare.

Questi ultimi sono particolarmente interessanti in tema di sviluppo economico dei territori, in quanto sono indirizzati alla collaborazione tra pubbliche amministrazioni, le società di gestione dei servizi pubblici e degli attori industriali operanti nel settore del recupero delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, della carta, della plastica e delle fibre tessili.

Al recupero delle fibre tessili, utili per la produzione di tessuti riciclati sempre più richiesti dal mercato, è dedicata una linea di intervento del PNRR che prevede la destinazione di 150 milioni di euro per la creazione dei cosiddetti “Textile Hubs”16, di cui 60 milioni sono destinati a fondo perduto per progetti proposti nelle regioni del Centro e del Nord Italia.

Al bando, per cui è stata prorogata al 23 marzo 2022 la possibilità di proporre progetti da parte delle coalizioni di attori interessate, sta ad esempio partecipando il distretto tessile di Prato, che ha una grande tradizione in termini di riciclo dei tessuti, e dove si sono uniti in una proposta il Comune di Prato, la società Alia Servizi Ambientali, Confindustria, Confartigianato, CNA e l’ente di ricerca Next Technology Tecnotessile17.

Questo progetto prevede il rafforzamento della zona di Prato come polo europeo per il riciclo tessile, grazie anche all’utilizzo di tecnologie ad infrarossi capaci di riconoscere e differenziare i tessuti per tipologia di fibra e colore.

È anche a questo tipo di progettualità che l’importante settore dell’industria tessile valdagnese potrebbe guardare magari supportata, come recentemente avvenuto con l’introduzione del corso ITS su moda sostenibilità, anche da attori pubblici al fine di raccordare sempre di più gli investimenti industriali locali ad una politica di sviluppo economico territoriale.

La Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto esposta al MART di Rovereto

Missione 3 – Infrastrutture per una mobilità sostenibile

Se da un lato manca poco al nostro territorio per completare l’importante realizzazione della pista ciclabile che corre lungo l’Agno, per quanto riguarda la mobilità verso il resto della regione e del paese le forze politiche, sociali ed economiche di Valdagno potrebbero far valere la propria rappresentanza in sede provinciale e regionale per una maggiore integrazione dei propri flussi con la mobilità ferroviaria.

Sono di fatti legate a questa i 25 miliardi di euro previsti dal PNRR per la mobilità sostenibile, di cui quasi 5 saranno dedicati al completamento della linea ad alta velocità che passerà per Vicenza.18

Come già accennato a riguardo delle filiere industriali, sarà importante per Valdagno interpretare l’accorciamento delle distanze verso il resto del Paese e dell’Europa che si realizzerà grazie a queste opere, ed operando nei prossimi anni delle politiche di integrazione territoriale che possono passare anche per l’innovazione dei servizi di mobilità urbana ed extraurbana, e molto probabilmente decidendo verso quale porta – se a Sud verso la stazione AV di Vicenza o se ad Est verso la stazione regionale di Schio – indirizzare i propri progetti ed investimenti in termini di trasporto pubblico locale.

Trasporto Rapido di Massa

In questo senso può essere di ispirazione una linea di investimento affine a questo ambito ma presente nella missione 2, ovvero quella che dedica 3,6 miliardi di euro alla realizzazione di 231 km di rete metropolitana, tramviaria, filoviaria e funicolare.

Attraverso gli investimenti nel trasporto rapido di massa, il Governo intende ridurre il traffico delle auto private di almeno il 10%, ed al fine di rendere possibile il raggiungimento di tale obiettivo ha messo in campo anche una riforma che velocizza le procedure per la valutazione dei progetti in questo ambito.

La transizione ecologica sta infatti facendo ritornare nelle città e nelle province europee19 le linee tranviarie, dopo che per anni anche in Italia le politiche a favore del trasporto su gomma avevano portato alla dismissione delle linee esistenti tra cui anche quella fondata da Gaetano Marzotto e che collegava Vicenza con Recoaro.

Anche in questo senso può dunque essere vista favorevolmente una maggiore integrazione territoriale con i comuni della Valle dell’Agno, che con i suoi circa 60.000 abitanti potrebbe mettere in campo delle progettualità innovative per il trasporto rapido di massa sull’asse che porta a Vicenza.

Un esempio lo può fornire ancora Bergamo, che sempre attraverso i fondi del PNRR intende investire per la realizzazione di un collegamento con bus elettrici ed in corsia preferenziale di circa 20 km tra il centro ed alcune aree della provincia come Dalmine e Verdello20.

Questo sistema, chiamato E-BRT (Electric Bus Rapid Transport) consente di raggiungere prestazioni in termini di rapidità paragonabili a quelle delle linee metropolitane21 utilizzando tuttavia al posto delle costose linee vincolate su rotaia – difficilmente realizzabili nel nostro territorio già vessato dai cantieri della pedemontana – la più economica soluzione del trasporto su gomma prevedendo però per questi mezzi una corsia dedicata sulle strade provinciali.

Nel discutere le cosiddette opere complementari alla realizzazione della Superstrada Pedemontana Veneta22, i Sindaci della nostra valle potrebbero aprire una discussione a riguardo verificando se le strade urbane e provinciali che proprio grazie alla nuova opera dovrebbero beneficiare di una riduzione del traffico riuscirebbero ad essere parzialmente dedicate al trasporto rapido di massa.

Sistema Bus Rapid Transit a corsia preferenziale, Nantes (Francia) - Fonte: Mercedes-Benz

Missione 4 – Istruzione e Ricerca

Se nelle prime 3 missioni il PNRR concentra le sue risorse sulla creazione di reti ed infrastrutture a supporto di un paese più dinamico, è attraverso gli stanziamenti per 30 miliardi di euro previsti nella quarta missione che vengono descritte le azioni a favore della ricerca e dell’istruzione giovanile.

Nel piano si è scelto di rafforzare l’istruzione professionalizzante – con la creazione su tutto il territorio nazionale di 280 nuovi ITS (che verranno anche riformati nella loro offerta) – ed una grande attenzione è stata posta non solo nei riguardi dell’edilizia scolastica ma anche sulla creazione di nuovi asili e sull’estensione dei percorsi a tempo pieno.

Il Comune di Valdagno, dove sono presenti scuole per ogni ordine e grado dell’istruzione obbligatoria, può cogliere l’occasione delle risorse stanziate dal PNRR per legare gli investimenti ad una riforma dell’offerta scolastica locale – affrontando i problemi di attrattività giovanile del territorio ed ampliando le opportunità per chi ha già conseguito il diploma di maturità.

Asili Nido e Scuole dell'Infanzia

In un Paese che da tempo soffre la questione demografica con il calo delle nascite ed il conseguente invecchiamento della popolazione, i 4,6 miliardi di euro destinati alla costruzione, ristrutturazione e messa in sicurezza di asili nido e scuole dell’infanzia rappresentano un concreto aiuto alle famiglie che fa sperare in un’inversione di tendenza.

Su questo fronte il Comune di Valdagno ha deciso di puntare sulla ristrutturazione dell’asilo nido del Maglio di Sopra, presentando tale intervento secondo quanto riportato dal Giornale di Vicenza23 sia al bando per la rigenerazione urbana che a quello specifico per gli asili.

Secondo quanto si legge anche a livello nazionale24, questi investimenti sono spesso visti dagli enti locali come un boomerang: se di fatti da un lato si ricevono contributi per la costruzione o sistemazione di nuove strutture, rimane poi in capo ai Comuni il problema della gestione – che di fatti a quanto si legge dal notiziario comunale25 da poco uscito a Valdagno è affidata a terzi.

Considerando tuttavia, con lo spirito che si scorge dal PNRR, l’investimento nella scuola primaria come un titolo dalla rendita sul lungo termine, potrebbe tornare utile al territorio guardare non solo alla soddisfazione della domanda di servizio esistente ma anche a promuoverne un incremento attraverso una progettazione innovativa e di richiamo.

In questo senso ci può aiutare l’esperienza di un altro comune veneto legato alla tradizione del tessile e dell’abbigliamento, ovvero Ponzano Veneto dove Luciano Benetton fondò nel 2007 un asilo sperimentale dichiarando “Se fossi Sindaco di una città partirei dagli asili. È qui che si organizza una comunità di cittadini.”26

A Ponzano Children, questo il nome del centro per l’infanzia, viene utilizzato un approccio pedagogico altamente innovativo dove è il bambino, accompagnato ma non diretto dall’insegnante, a definire i tempi ed i modi della propria espressione. In questo percorso i bambini sono ispirati e supportati dall’architettura degli spazi e dalla presenza di numerosi laboratori capaci di stimolarne la curiosità e la creatività sin dai primi mesi di vita.

Questa metodologia, chiamata di Reggio Emilia, è oggi famosa e adottata assieme al metodo Montessori in tutto il mondo, e principalmente nelle scuole presenti all’interno dei più importanti distretti innovativi internazionali come ad esempio San Francisco e la Silicon Valley.

Guardando anche alla conformazione del proprio territorio e la presenza di queste scuole in quartieri e contrade dislocate nel territorio, Valdagno potrebbe inoltre caratterizzare la propria offerta didattica per l’infanzia attraverso il contatto con la natura mutuando anche dalle migliori pratiche educative proposte nei paesi scandinavi.

Per questo importante bando, considerate le difficoltà storicamente incontrate dai Comuni nella gestione degli asili e dunque la loro ritrosia ad assumersi nuove responsabilità, il Governo ha appena prorogato al 31 marzo 2022 la presentazione dei progetti prevedendo anche lo stanziamento di risorse non solo per la costruzione ma anche per la gestione, nonché mettendo a disposizione tecnici del Ministero dell’Istruzione per la progettazione.

Per una Valdagno che decide di tornare ad investire nel futuro, potrebbe essere un’opportunità da cogliere non solo concreta ma anche simbolica.

L'architettura di Ponzano Children - Scuola dell'Infanzia in provincia di Treviso - Fonte: Ing. Andrea Rigato
Scuola 4.0

Al fine di accelerare la transizione digitale delle scuole, il PNRR prevede un investimento di 2,1 miliardi di euro per trasformare 100 mila classi tradizionali in aule e laboratori connessi.

Nei prossimi mesi, con la pubblicazione del Piano Scuola 4.0 prevista dal Governo entro Giugno 2022, potremo scoprire come Valdagno potrà beneficiare con le scuole presenti nel proprio territorio di questa opportunità.

Nel frattempo, possiamo tuttavia interrogarci su cosa può significare per i nostri indirizzi entrare nella transizione digitale, immaginando per i nostri Licei ed Istituti Tecnici e Professionali una riforma dell’offerta didattica capace di unire la tradizione del pensiero umanistico italiana con l’avanzamento della scienza e della tecnologia.

Ad esempio, partendo da un investimento del territorio nel proprio Liceo Classico che potrebbe adottare come sta avvenendo al Brocchi di Bassano del Grappa27 il percorso del liceo quadriennale e caratterizzandolo sul tema delle digital humanities, per preparare la futura classe dirigente ad affrontare le questioni etiche e morali legate all’implementazione sempre più diffusa e profonda dell’automazione e dei sistemi di intelligenza artificiale e quindi alla necessaria evoluzione della discrezionalità umana.

Come i recenti scandali delle aziende Big Tech ci insegnano, o come più volgarmente sosteneva la pubblicità di una famosa marca di pneumatici, la potenza tecnologica è niente senza controllo ed anzi, rischia di arrecare danni superiori ai benefici realizzati.

Istruzione Tecnica Superiore

Sin dall’insediamento del suo governo, il Primo Ministro Mario Draghi ha sostenuto, citando le fortunate esperienze delle Fachhochschule, l’importanza dello sviluppo degli Istituti Tecnici Superiori al fine di portare sempre più giovani a completare con un percorso post-maturità la propria formazione professionale.

Gli ITS sono infatti Istituti Tecnici Superiori che nascono da un patto tra le scuole superiori, le imprese e le Università dando vita a delle Fondazioni riconosciute a livello regionale e che hanno finora erogato corsi di durata biennale nei settori dell’efficienza energetica, della mobilità sostenibile, delle tecnologie per la vita, delle tecnologie per il Made in Italy, del turismo e dell’information technology.

Il PNRR ha deciso di ampliare esponenzialmente le risorse destinate alla creazione di questi percorsi, stanziando per i prossimi 5 anni 1,5 miliardi di euro con l’obiettivo di creare 208 nuovi istituti.

Questa notizia giunge a circa un anno dall’attivazione anche a Valdagno di un corso ITS sulla sostenibilità della moda, erogato dalla Fondazione Cosmo di Padova ed in collaborazione con l’Istituto Tecnico Marzotto ed un importante gruppo di imprese locali.

Al fine di capire come Valdagno potrebbe cogliere le opportunità offerte da questi stanziamenti, se ad esempio con l’attivazione di nuovi corsi o addirittura arrivando alla creazione di una Fondazione ITS locale, sarà innanzitutto importante seguire nelle prossime settimane l’esito della riforma di questi enti attualmente in discussione in Parlamento28.

Quello che si può già intiuire, sia dai precedenti orientamenti della Regione Veneto che dalle sedute di discussione già avvenute alla Camera ed al Senato, è che si cercherà di indirizzare gli ingenti investimenti del PNRR nella Fondazioni già esistenti per evitare la proliferazione di enti che si occupano dello stesso settore scientifico.

Sarà dunque importante per il Comune di Valdagno – che assieme alla Fondazione Festari ha assunto un ruolo promotore nell’attivazione dell’attuale corso ITS sulla moda – decidere se continuare ad investire nella strategia già attivata, lasciando ad una Fondazione che non è radicata nel territorio la direzione didattica delle attività, o se invece provare a pensare più in grande ed individuare un’area scientifica che non è attualmente coperta da Fondazioni riconosciute presso la Regione del Veneto.

In questo caso, dopo l’annuncio della nascita della Fondazione ITS Digital Academy di Noventa Padovana effettuato dall’Assessore Elena Donazzan lo scorso 25 Gennaio29 e che si occuperà di information technology, l’ultimo settore scientifico che non è stato sin qui coperto dalle Fondazioni venete è quello delle tecnologie della vita, per cui si formano tecnici superiori per le biotecnologie industriali ed alimentari e per la produzione di apparecchi e dispositivi diagnostici e biomedicali.

Soprattutto nel campo delle biotecnologie industriali, il nostro territorio potrebbe mettere in pista un progetto credibile grazie alla tradizione chimica che dall’industria tessile si è spostata verso i campi della farmaceutica, dell’ambiente e della produzione dei biomateriali.

Il settore delle biotecnologie e del biomedicale rappresenta inoltre uno dei campi attualmente di maggiore eccellenza e redditività del nostro Paese, ed una Fondazione ITS in questo ambito potrebbe contribuire significativamente allo sviluppo economico del nostro territorio.

Missione 5 – Inclusione e Coesione

La quinta missione del PNRR prevede misure di intervento per favorire l’uguaglianza tra i cittadini e rigenerare le aree urbane che nel tempo sono state colpite da degrado e abbandono.

In questi ambiti sono stati stanziati circa 20 miliardi di euro, in cui sono inclusi i 3,3 miliardi di euro destinati a progetti di rigenerazione urbana e che sono stati recentemente incrementati di ulteriori 900 milioni di euro al fine di includere tra gli assegnatari del bando già concluso tutti quei comuni che avevano presentato progetti idonei ma che non erano stati premiati in virtù del basso indice di vulnerabilità.

Tra questi comuni c’è anche Valdagno che, una volta che l’incremento dei fondi verrà ufficializzato, si vedrà destinati circa 5 milioni di euro per la riqualificazione di parti importanti della città come la creazione di un Auditorium all’interno della Scuola Elementare Manzoni, la già menzionata ristrutturazione dell’asilo nido del Maglio di Sopra e la riqualificazione funzionale delle serre del Parco La Favorita.

Secondo quanto riportato dal Giornale di Vicenza30, per quest’ultime è previsto l’investimento maggiore, pari a 1,5 milioni di euro (di cui 500 mila euro stanziati dal bilancio comunale) e sarà importante conoscere sulla base di quali nuove attività ed insediamenti è stata progettata la riqualificazione.

Missione 6 – Salute

La sesta ed ultima missione del PNRR è dedicata alla Salute, con uno stanziamento previsto di 15 miliardi di euro.

Questi fondi saranno utilizzati confermando l’inversione di tendenza avvenuta negli anni della pandemia, dove è emersa l’esigenza e l’opportunità di politiche sanitarie di prossimità dopo anni in cui l’orientamento era stato a favore della centralizzazione, della specializzazione ed in alcune regioni anche della privatizzazione.

Per quanto i servizi sanitari rientrino nelle competenze decisionali delle regioni, dalle indicazioni contenute nel PNRR è possibile per Valdagno ed il suo Ospedale comprendere in che modo evolveranno le scelte e gli investimenti nel prossimo futuro.

Un grosso impulso sarà dato alla telemedicina ed al rafforzamento dell’assistenza domiciliare, obiettivi per cui sono previsti complessivamente 4 miliardi di euro da investire nel territorio nazionale e che per Valdagno potrebbero essere indirizzati verso una maggiore efficacia del servizio sanitario per la popolazione anziana che desidera continuare a risiedere presso la propria abitazione e per tutti i cittadini che vivono più lontani dall’Ospedale.

Un’altra riforma importante riguarderà i poliambulatori, che si chiameranno Case della Comunità, e dove ai Medici di Medicina Generale dovrebbe affiancarsi la figura dell’Infermiere di Famiglia. Per questi servizi saranno destinati complessivamente 2 miliardi di euro, a cui si aggiunge 1 miliardo di euro per la creazione di 381 nuovi Ospedali di Comunità, ovvero reparti da circa 20 posti letto per pazienti che necessitano di cure a bassa intensità e che a Valdagno è già presente da diversi anni.

Con l’unica eccezione della telemedicina, non si scorgono dunque nel PNRR elementi che potrebbero portare ad un’innovazione dell’offerta sanitaria locale, tema per cui probabilmente continueranno a contare – come per le politiche industriali e per la mobilità – le scelte che il nostro Comune perseguirà riguardo la propria collocazione strategica territoriale.

Conclusioni

Se l’analisi del PNRR ed il suo confronto con le possibili opportunità di attuazione per Valdagno hanno provocato in chi legge le stesse impressioni di chi scrive, appare chiaro come la nostra comunità si trova dinanzi ad un’occasione straordinaria.

Guardando tuttavia a quanto è stato sin qui dichiarato dagli esponenti della Giunta Comunale e dei gruppi che siedono in Consiglio Comunale, maggioranza ed opposizione incluse, è probabilmente necessario che si inneschi con immediatezza un confronto più approfondito su come, sulla scia degli obiettivi previsti nel PNRR, Valdagno potrebbe nei prossimi 5 anni:

  1. Potenziare in tutto il territorio comunale, contrade incluse, la copertura della banda ultralarga;
  2. Valorizzare il proprio paesaggio rurale supportando gli abitanti delle contrade nell’accesso ai fondi previsti a questo scopo;
  3. Collaborare con Recoaro Terme nel caso in cui venisse scelta quale progetto pilota regionale per il recupero dei borghi storici;
  4. Sviluppare una politica industriale territoriale capace di attrarre le nuove imprese che nasceranno supportate dai fondi europei;
  5. Definire una politica energetica di territorio, favorendo la coalizione di piccoli attori – anche privati cittadini – nella produzione e stoccaggio di energie rinnovabili;
  6. Costruire nuovi sistemi di economia circolare legati all’oggetto delle imprese già presenti, come previsto per i Textile Hubs;
  7. Promuovere con i comuni limitrofi un progetto per il trasporto rapido di massa, puntando a ridurre l’utilizzo non solo all’interno del comune ma anche nelle tratte di chi si muove in provincia e regione per motivi di studio e lavoro;
  8. Costruire una nuova Scuola dell’Infanzia, cogliendo rapidamente l’opportunità offerta dai fondi stanziati e promuovendo approcci educativi innovativi e di richiamo anche fuori dal territorio comunale;
  9. Legare gli interventi a supporto dell’edilizia scolastica con la definizione di una nuova offerta formativa comunale, capace di cogliere a pieno le opportunità della digitalizzazione;
  10. Formare un patto tra scuole ed imprese per far nascere una Fondazione ITS dedicata alle biotecnologie industriali e che oltre a nuovi studenti possa favorire l’insediamento a Valdagno di nuove imprese legate a questo settore emergente;

Dieci grandi progetti, accomunati dalla visione di una Valdagno più giovane, più verde ed innovativa e capace di cogliere l’opportunità dell’uscita dalla crisi pandemica per risolvere positivamente le grandi questioni che in passato hanno bloccato lo sviluppo della nostra città.

Marco Mari

32 anni, è co-fondatore ed amministratore delegato di Italia Innovation, società che si occupa di ricerca applicata ed alta formazione per lo sviluppo dell’economia manifatturiera.
E’ stato responsabile per l’innovazione digitale e creativa di Domori, azienda appartenente al Polo del Gusto – Gruppo illy, e direttore creativo in Fabrica, centro di ricerca del Gruppo Benetton.
Si è laureato in Scienze Giuridiche presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, sta attualmente conseguendo un Master in Relazioni Internazionali presso l’Università di Harvard.

note e riferimenti

1. Governo Italiano, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dati Sole 24 Ore, Osservatorio PNRR
2. Ministero per il Sud e la Coesione Territoriale, Approfondimenti Aiuto Comuni PNRR
3. Il Corriere della Sera, S. Seminati, “Bergamo, le sette donne d’oro dell’Ufficio Europa del Comune”, 27 Marzo 2021
4. RAI TGR Lombardia, A. Gard, 9 Gennaio 2022
5. Comune di Bergamo – Pagina Medium, “PNRR. Cresce il numero di progetti finanziati per la città”
6. Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale, Consultazione Pubblica Piano Italia 1 Giga
7. Openfiber, Database Banda Ultralarga
8. Ministero Sviluppo Economico, Database Piano Strategico Banda Ultralarga
9. Anci, Aggiornamento PNRR 7 Marzo 2022
10. Regione del Veneto, Avviso di Manifestazione di Interesse DGR N. 1803 del 15 Dicembre 2021
11. Ministero Sviluppo Economico, Incentivi per l’impresa – Contratti di Sviluppo. Invitalia, Grandi Investimenti
12. Il Giornale di Vicenza, M. Scorzato, “Vaccini, scuola e set tv. Così la nuova Marzotto torna al centro della città”, pag.29, 6 Febbraio 2022
13. Demos&PI, Rapporto sull’Alto Vicentino
14. Regione del Veneto – Innoveneto, Piano Operativo 2021-2023 Distretto Meccanica Alto Vicentino
15. Governo Italiano, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
16. Ministero della Transizione Ecologica – Avviso M2C.1.1 I 1.2
17. Regione Toscana – Portale Intoscana, “Prato punta alle risorse del PNRR per realizzare il primo Textile Hub”, 4 Febbraio 2022
18. NordEst Economia, “Tav Verona Padova, i fondi per completare il collegamento arriveranno dal PNRR”, 10 Gennaio 2022
19. Il Post, “Il ritorno del tram nelle città europee”, 14 maggio 2021
20. Il Corriere della Sera, S. Seminati, “Bus elettrici Bergamo-Dalmine, la sfida è creare le corsie preferenziali”, 2 Giugno 2021
21. Mercedes-Benz Bus, Presentazione Bus Rapid Transit
22. Provincia di Vicenza, “Pubblicato il bando per il progetto della viabilità complementare alla superstrada pedemontana veneta”, 10 Dicembre 2019
23. Il Giornale di Vicenza, V. Molinari, “PNRR, sbloccati lavori da 6 milioni ma salgono i prezzi dei materiali”, 28 Gennaio 2022, pag. 29
24. Il Corriere della Sera, G. Fregonara, “PNRR, fondi per gli asili nido: troppe poche domande. A rischio un miliardo e mezzo di euro”, 3 Marzo 2022
25. Comune di Valdagno, Notiziario Amministrativo Valdagno News, Marzo 2022
26. Ponzano Children, sito internet ufficiale
27. Il Giornale di Vicenza, “Brocchi, con Scienze applicate quadriennale anche il Classico”, pag. 32, 26 Gennaio 2022
28. Rivista Il Mulino, F. Butera, “ITS Academy: una nuova legge”, 19 Novembre 2021
29. RAI, TGR Veneto, D. Giordo, 25 Gennaio 2022
30. Il Giornale di Vicenza, V. Molinari, “PNRR, sbloccati lavori da 6 milioni ma salgono i prezzi dei materiali”, 28 Gennaio 2022, pag. 29

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